Amanda e Francesca, in una delle tappe del viaggio in Messico da dicembre 2021 a marzo 2022, hanno incontrato tante donne, le donne del Chiapas, le donne di Pozuelos e ora le donne, o meglio una donna di Zipolite, Silvia. Ecco la sua storia e il perché ci ha colpito così tanto da volerla raccontare anche a voi.
Zipolite, tra hippy e il Messico che io immaginavo
Ci piacerebbe molto sapere quanto tempo fa sei arrivata in Messico, a Zipolite, e perché? Come mai proprio questa parte del Messico?
Sono arrivata qua 23 anni fa perché la guida che avevo comprato – all’epoca non c’erano i cellulari, non c’era Internet e quindi avevo una guida – diceva che Zipolite era l’ultima spiaggia Hippy del Messico, quindi sono arrivata Zipolite per vedere gli hippy. In realtà volevo andare a Shambala uno dei primi posti nati negli anni 70, quando ci sono arrivata sono rimasta a dormire su un’amaca per tre giorni, conoscendo le persone che lavoravano lì.
È stato molto divertente perché sono arrivata a Shambala pensando fosse un posto hippy, ho chiesto una birra e mi hanno detto, non vendiamo alcolici, mi sono accesa una sigaretta, mi hanno detto, non si può fumare. E quindi, mi sono chiesta: ma questo posto è hippy? Boh?! E poi? Poi niente, io ho continuato il mio viaggio per il Messico perché avevo tutto un itinerario da vivere, soprattutto desideravo vivere sulla spiaggia, volevo arrivare ai Caraibi.
Quando sono arrivata ai Caraibi, era troppo commerciale, era tutto più caro, a Shambala dormivo su un’amaca per 10 pesos che erano all’epoca 1000 lire, 1 dollaro. Ai Caraibi la stessa amaca mi costava 50 pesos, 5 dollari e io avevo vent’anni, uno zaino in spalla e viaggiavo con pochi soldi , con poche risorse e quindi sono tornata Zipolite, prendendo un autobus da Tulum. Bello perché era bello stare in quei luoghi, però non era quello che io cercavo io volevo conoscere il Messico e Zipolite per me era Messico, anche il Chiapas rientrava nel mio ideale di Messico, però io volevo stare al mare mi sono fatta 18 ore di pullman da Tulum a San Cristobal de Las Casas e poi da lì a Pochoutla.
Il mio ritorno a Zipolite
Quando sono arrivata il primo giorno mentre camminavo per la doquina, che adesso è la via principale del centro di Zipolite e che allora non era pavimentata e c’era solo un negozietto, incontrai il classico signore da pubblicità col sombrero in testa, che mi grida “Ehi guera – che significa persona dalla pelle bianca – sei tornata?”.
Io mi sono sentita a casa, “Wow mi riconosce dopo un mese”, io torno e il signore si ricorda di me perché tutte le mattine andavo a prendere il mio latte con cioccolato e una banana per la colazione e lui si ricordava di me, quindi questo mi ha fatto sentire a casa.
E il signore non è stato l’unico a riconoscermi, anche i ragazzi del ristorante si Shambala quando sono tornata mi hanno riconosciuto e mi hanno gridato “Sei tornata” e così ho passato gli ultimi giorni in quei luoghi e da allora per me il sogno è sempre stato tornare lì.
Sono tornata in Italia perché ero stata via un mese e mezzo, ma sono atterrata con l’idea di tornare appena possibile in Messico. E così feci, dopo 10 mesi dal mio primo viaggio ripartii e rimasi sei mesi…
Sempre a Zipolite?
Sono arrivata qua nel 99. Dal 99 al 2000, ho vissuto fra San Cristobal e Zipolite. Tante Storie, fidanzati, conosci quello, ti porta di qua, l’altro di là. Vivevo all’avventura, in fondo avevo 23 anni e quindi andava bene così. Dormi dove dormi, non hai esigenze particolari, quindi ti lasci portare un po’ più dalla corrente. No? Quindi arrivata a Zipolite conobbi dei ragazzi che suonavano, io stavo col gruppo. Suonavo le maracas. Con uno di loro iniziai una relazione. Lui era di San Cristobal e anche io stavolta sono andata con loro in Chiapas , ho vissuto lì due mesi , poi sono tornata a Zipolite e poi le cose della vita, sono tornata in Italia, ho trovato un lavoro fisso e quindi ho smesso di venire in Messico. Però io ero rimasta innamorata di questo oceano, vivevo in Italia e continuavo a sentire le onde di quell’oceano. Il mio sogno è sempre stato stare qua.
La scelta di vivere in Messico
Cosa ti ha fatto decidere proprio di trasferirti ?
Sono stata per 8 anni senza venire in Messico, visitando altri paesi e poi sono tornata in Messico. Avevo rotto una relazione, ero in un momento che mi chiedevo “Che faccio della mia vita?”. Torno in Messico oppure vado a lavorare da qualche parte nel mondo dove posso fare successo? La scelta è stata tornare in Messico, però ci stavo tornando con un’ottica molto differente da quella festaiola.
Io stavo in Italia, lavoravo i miei sei mesi, prendevo la disoccupazione, venivo qua e facevo la bella vita non facevo niente, spendevo tutti i soldi che avevo tra feste, alcol e Rock’n roll. E poi nel 2014 c’è stato un click. “Cosa vuoi fare della tua vita? Dove vuoi mettere un po’ di radici?” E le radici le ho volute mettere qua. In realtà è stata mia madre che nel 2014 – visto che facevo sei mesi in Messico e sei mesi in Italia – mi ha detto: “Ma non sei stanca di non avere una punto fisso nella tua vita?” Le ho detto: “Sai che hai ragione voglio stare in Messico”! Povera mamma si maledice ancora per avermi fatto questa domanda.
Io ho scelto di stare qua a fare tutti i documenti per poter vivere in regola. Tante persone vengono a vivere qua poi escono ogni sei mesi e rientrano per fare la Visa. Io quando ho preso la mia decisione, l’ho presa in maniera definitiva. Volevo essere tranquilla di non avere problemi, né con la legge né con il lavoro. Quando ho deciso di vivere veramente qua ho fatto subito i documenti .
Sei cambiata nel momento in cui hai deciso?
Sì sono cambiata rispetto alla mia visione e alla mia sensibilità rispetto questa terra e anche nel rispetto di me e della mia vita.
Se prima venivo in Messico per cercare l’avventura, l’imprevisto e la festa, ora volevo potermi creare una vita, una vita fatta di piccole cose quotidiane come uscire e potersi bere un bicchiere di vino, senza dover calcolare tutto all’ultimo pesos. Quando ho deciso ho scelto che la mia vita sarebbe stata qui, avrei lavorato come ho sempre lavorato in Italia e ho iniziato una nuova esistenza.
Il Messico e l’Italia
E c’è qualcosa di più profondo in te che è cambiata rispetto all’Italia, di come ti percepisci?
Qua puoi essere più te stesso. Qua io mi sento molto più me stessa, è difficile che ti giudichino o perlomeno questo è quello che io sento. Il messicano accetta molto di più, guarda molto di più quello che hai dentro rispetto a quello che hai fuori. In Italia si vive di facciate. C’è molto il consumismo. Anche qua esiste il consumismo, però a nessuno interessa cosa hai addosso, se sei truccato, se hai i capelli e le unghie perfette. Se sei una buona persona, sei una buona persona, ti rispettano e ti accettano anche nella comunità. Io conosco quasi tutti per quello che io sento e sento che tutti mi vogliono bene, non ho conflitti con nessuno.
In Italia i conflitti invece esistevano e tutt’oggi quando torno sembro la provinciale venuta dal paesello perché io quando passeggio per strada saluto tutti. Se incontro una signora che non conosco io saluto, perché in Messico si usa così, perché il contatto umano è importante e in Italia lo abbiamo perso. Poi dopo gli ulteriori cambi degli ultimi anni, soprattutto dell’ultimo anno, il divario tra il Messico e l’Italia è ancora più forte.
Che tipo di cambio?
Ho iniziato a conoscere un po’ la storia del Messico ad entrare nella medicina tradizionale, i canti medicina.
I circoli di canti medicina
Come il canto è arrivato a te?
Ho molte amiche che sono danzanti di luna, la danza della luna è una preghiera collettiva di donne dove si offre il nostro tempo, il nostro digiuno, il sogno, si balla, si sta svegli quattro notti e si digiuna 4 giorni per il bene dell’umanità, per il rispetto di Madre Terra. Io non mi ero mai avvicinata molto perché tutto succede al momento che deve succedere magari qualche anno fa non ero pronta.
Le mie amiche hanno un circolo di canto medicina e così un sabato pomeriggio dopo una giornata super stressante scelsi di fare qualcosa per me, per distrarmi… E così mi sono ricordata che c’era il circolo perché la mia amica mi stava invitando tutti i sabati e io non ero mai andata. Mi ricordai che in mezz’ora ci sarebbe stato il circolo di canto. Sono arrivata a casa della mia amica che ha questo spazio di cura che si chiama spazio di sanación. Avevo già partecipato ad attività con loro però non ero mai entrata in profondità.
Che cos’è un circolo di canto?
È un circolo di donne o di uomini che suonano un tamburo molto grande sacro con delle bacchette e si fanno dei canti medicina che hanno come tema Madre Terra. Essendo danzanti della luna, si canta alla luna per il femminile, per l’evoluzione della donna, per il rispetto della donna, dell’emancipazione della donna, cosa che in un paese machista come il Messico è molto importante. Il nostro circolo di canto è aperto anche agli uomini, perché comunque l’energia che c’è è femminile, però anche l’uomo ha una parte femminile, quindi, e per aiutare gli uomini a conoscere la loro parte femminile.
Quando andai la prima volta, non sapevo dove stessi andando, sapevo “il mio perché” ma non sapevo a cosa andassi incontro. Una delle danzanti ci fece un discorso: “Cantare non è solo cantare o suonare il tamburo tanto per farlo ma è un compromesso e non solo con il tamburo, ma con se stessi, perché comunque il canto aiuta te”.
Beh, perlomeno per quello che mi riguarda, io quando suono e canto e posso essere me stessa, da piccola ero così stonata che mi dicevano di smettere di cantare perché avrei fatto piovere, invece nel cerchi puoi cantare anche se non canti bene, gridi e ti liberi, tiri fuori tutto quello che hai dentro e questo aiuta, aiuta tanto. Dopo quel sabato non mi sono più fermata.
Le scoperte attraverso il canto
Mi piace il mio viaggio attraverso il canto perché sto scoprendo tante cose, sto conoscendo la lingua Nahuatl la lingua originale dei messicani che vivevano a Città del Messico, quella dei codici, delle canzoni quindi attraverso le canzoni sto conoscendo un po’ questa lingua. Tante cose che da noi in Italia non si considerano: qua non si venera un Dio, si venerano gli elementi, il fuoco, la terra, l’acqua, il vento, che poi son parte di noi stessi perché ognuno li ha dentro di sé quindi è una riscoperta di se stessi e di ciò che abbiamo attorno, la natura. Siamo uno è vero perché comunque siamo uno con gli animali, con le piante, con il cielo, con la luna, con il sole.
Cosa ti succede quando canti?
Tutto succede quando canti in circolo, si sprigionano energie forti. Ti senti bene forte, libera.
Ci sono persone che dirigono il canto?
Ci sono delle persone che dirigono il circolo e vengono chiamare palabras (parole) guidano un po’ il circolo, sono persone che hanno più esperienza e che danno anche gli input su come si fanno i toque, ma al di là di questo c’è molta sorellanza fra tutte le donne. Ci si aiuta, non c’è rivalità, non c’è invidia, ci si aiuta vicendevolmente.
Se avessimo incontrato Silvia prima della danza e del circolo di canto come ti avremmo incontrata?
Silvia la festaiola casinista, la sono ancora, ma sono cambiata tanto, prima le feste erano andare a bere e a ballare. Adesso la festa è entrare al Temazcal!
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