Un incontro speciale tra Il Cammino di Sophia e una guardiana del dono della riconciliazione.
Da qualche parte dovevo pur nascere, dunque ho scelto la capitale della cultura e della filosofia del mondo antico: Alessandria d’Egitto. Amo l’estate e la sua esplosione di colori dove il dio sole ne è protagonista, per questo sono nata nel mese di giugno di 49 anni fa, il giorno fino ad ora non è ancora chiaro. Mia madre ed io abbiamo avuto un parto molto difficile, quasi mortale per tutte e due, dunque dopo tanti anni di lotta persa per sapere esattamente il mio cielo natale e il mio kin galattico, ho mollato la presa comprendendo che anche quello fosse un attaccamento ad una identificazione e ho dato così retta alle parole che mia madre mi ha sempre detto che non avevo mai veramente compreso fino in fondo: “ma non è importante quando sei nata, l’importante è che sei nata, l’importante è che sei viva”. Dopo quasi 40 ho compreso che il senso della vita era viverla!
Inconsciamente ho sempre lavorato per cercare e alzare l’energia vitale e la fonte l’ho trovata nella danza, prima quella mediorientale egiziana (quella del sacro ventre) e poi quella roteante. Attraverso la danza egiziana sono entrate nel meraviglioso universo femminile, la danza roteante mi ha permesso di portare equilibrio nelle due energie che tutte e tutti abbiamo, sia maschile e femminile. Stessa consapevolezza l’ho trovata negli insegnamenti della scuola di Alchimia sciamanica di Sandro Saudino e attraverso la pipa sacra, dove tutto nasce dal femminile inseminato dal maschile.
Essendo stata sradicata dall’Egitto portata ad Appiano Gentile in provincia di Como (Italia) per poi studiare in Svizzera ed abitarci per ben 31 anni, la domanda: chi sono? mi è spesso tornata poiché in un luogo una cosa era consentita in un altro luogo la stessa cosa era proibita e viceversa. Queste esperienze mi hanno portato altre domande come: chi siamo? Interrogarsi sugli usi costumi, riti. L’influenza delle persone che si incontrano a partire dai nostri genitori, parenti, insegnanti e così via… la religione di provenienza, la lingua che si parla, le credenze e ogni altra caratteristica che appartiene ad una cultura e osservare quanto modella l’essere umano. Ecco il tema al quale ruotava il mio interesse era la natura dell’essere umano. La natura di qualsiasi vegetale o animale è rivelata in maniera naturale, mentre quella umana è nascosta e fa fatica a manifestarsi spontaneamente. Mi interessava comprenderne i motivi e come superarli. Questa passione mi ha portato a visitare tre quarti del nostro meraviglioso pianeta blue, ho imparato a parlare con facilità 7 lingue, ho studiato all’Università della Svizzera Italiana a Lugano conseguendo un Master in Intercultural Communication, programma unico al mondo assieme ad una università in Canada. Mi sono trovata a fare l’antropologa senza saperlo e questo mi ha permesso di conoscere tante persone di mondi diversi che non per forza corrisponde a persone che vivono in paesi diversi, ognuno di noi è un mondo a sé proprio come la nostra impronta digitale che comprova la nostra unicità. Con quella comprensione è cascata la credenza del bene e del male, del giusto e dello sbagliato lasciando spazio all’interesse di conoscere ciò che é diverso da quello che per me era ovvio e conosciuto.
A Siwa sto trovando quello che da sempre cercavo, ossia me stessa, la vera me, a me sconosciuta e allo stesso tempo hai la certezza che esiste ma non riesce a manifestarsi in un mondo fake, fatto di shopping, oggetti inutili, aperitivi, luci, pubblicità, di lavoro e un sistema economico che non funziona.
Qui immersa in questa natura mistica trovi la tua natura. Inizi a fare conoscenza con una parte di te tanto sconosciuta quanto familiare. Questa sensazione la sperimentavo solo attraverso la danza roteante dove tutto ciò che non serve cade velocemente, in cui trovi il centro e quando ti fermi e ti abbracci, in realtà abbracci te stessa, abbracci la tua casa sacra e le lacrime di gioia sgorgano da una fonte pulita che ripulisce il cuore e lo alleggerisce. Gli antichi egizi credevano che ci si poteva meritare la vita eterna solo con un cuore più leggero di una piuma. Un cuore leggero vola come il colibrì che porta gioia e leggerezza qualità dello spirito.
A Siwa mi sto sperimentando in un altro modo su tanti fronti. Mi vesto diversamente, il mio corpo è piuttosto coperto, ma questo non mi fa sentire meno libera così come un pantaloncino non ti dona la vera libertà. Il mio lavoro con le donne passa attraverso gli uomini. Questa è una società dove vedi raramente le donne in giro e se le vedi non ci puoi parlare. Dunque tutte le mie relazioni passano prima dagli uomini e se vedono che ci si può fidare di me, mi fanno entrare nelle loro case e mi presentano a tutta la comunità. Perché le famiglie sono delle comunità, è raro trovare un’abitazione composta solo da genitori e figli.
Alcune famiglie siwane vengono a trovarmi o permettono che i loro figli mi frequentino e semplicemente vedendo come vivo, ripropongono alcune cose come lavarsi i denti o creare un’amaca fai date. Il mio contributo passa diversamente e spontaneamente mentre l’arricchimento reciproco accade da sé.
Perché sono a Siwa esattamente non lo so, forse lo saprò o lo sto scoprendo strada facendo. Mi sento sognata dal sogno, accadono cose mentre accadono, non le penso prima, non sono arrivata qui con un progetto. Ero in vacanza con la mia famiglia a Marsa Matrouh quando mi sono sentita letteralmente tirata da Siwa, e così ho obbedito alla chiamata lasciando partire la mia famiglia finita la vacanza assieme e io ho proseguito a Siwa con una fiducia totale ed è meraviglioso affidarsi in questo modo all’Universo, si assapora la vera vita, quella che vibra con la frequenza del miracolo e con il sogno da sveglia. Siwa mi ha stregata e non mi ha più lasciata andare e pare che questo incantesimo accada a diverse persone perché condividendo le storie di persone che hanno lasciato la loro vita per vivere a Siwa, raccontiamo tutti le stesse cose, riconoscendo la stessa chiamata e la stessa frequenza con cui si entra in risonanza.
Vedo che il luogo che sto creando sta attirando persone che vogliono ritirarsi per ritrovarsi, ma è un ritiro diverso da quello che conosciamo perché qui non ci si chiude in casa, ci si immerge nella natura che ti accoglie e ti stravolge. Il deserto ti dona la pienezza del vuoto, l’acqua il fluire, le piante la naturalezza di essere, il cielo ti fa perdere nel mare delle stelle e il sole brucia tutto ciò che non serve. La natura di Siwa è terapeutica, l’energia del luogo é altissima non per niente Alessandro Magno è arrivato fino a qui per consultare l’oracolo che tra l’altro è esattamente nella linea energetica in cui vivo e che vedo di fronte a me.
Le donne…
Tante cose potrei dire delle donne, che non possono uscire di casa, che non parlano con altri uomini, che si coprono da cima a fondo, che le ragazzine si fidanzano prestissimo e si sposano ancora minorenni, che fanno tanti figli…
Voglio trasmettere quanta libertà ho respirato sotto tutti quei vestiti che ancora oggi mi chiedo come sopportano con il caldo di questo deserto. Quando le vedo tuffarsi nell’acqua, lo fanno con una disinvoltura e una tale libertà mai vista prima. Vedo quanto sono vere in tutto ciò che fanno. Sono autentiche. Vivono. Raramente mi è capitato di vedere questa libertà nei miei 45 anni di occidente. Forse è per questo che la loro bandiera Amazirgh ha il simbolo di “essere umano libero”, è un’informazione molto forte nelle loro cellule che non si ferma di fronte a nessun velo. Stesso simbolo che ho tatuato sulla mia pelle anni fa, quando non sapevo neanche che in Egitto avessimo l’onore di avere il popolo antico degli Amazigh.