“La terra sotto la quale gli uomini sono sepolti è la madre dei morti scopo di chi costruì la tomba sembra sia stato quello di renderla il più possibile somigliante al corpo della Madre”(Cyriax:1921)
Leggendo la massa enorme di informazioni mediatiche su Halloween, la Ruota Celtica, le antiche tradizioni italiche, cerco di sentire cosa ancora manca, cosa sento nell’utero, nella pancia e come questo fa stare il mio cuore
Adesso che il femminile è attenzionato, eppure così lontano dal potere, ogni volta in cui leggo un post, una notizia, un copia incolla immagino che qualcuno, non potendo ritornare indietro, ci dia in pasto un avanzo facile per riempirci bocca e stomaco.
Quindi sono qui: il raccolto stivato per l’inverno, il Sole accompagnato dalla Luna che gli insegna a morire, Lei che conosce per sua stessa natura la ciclicità. Così come Alice nella tana del coniglio, Cappuccetto nel bosco, Persefone nell’Ade. Così, come le Dee dormienti di Malta, anche io mi preparo alla discesa e alla morte scendere. Cosa ci potrà mai essere di spaventoso nella morte, se la tomba dove mi addormenterò è il corpo di mia Madre, La Dea Madre e la tomba il suo utero?
La Madre dei morti continua a vivere nelle memorie del folclore,nei canti mitologici lettoni è chiamata “Madre della tomba” o “Madre della collinetta di sabbia”, grotte,crepe caverne della Terra, rappresentano le naturali manifestazioni dell’utero primordiale della Madre, fin dal Paleolitico. Già a quei tempi le aree a forma di uovo e le fenditure erano dipinte di rosso, così seppellire un corpo rappresentava un atto analogo a quello di piantare un seme nella terra ed è quindi naturale che ci si aspettasse il sorgere di una nuova vita, dalla vita vecchia
Malta, Sicilia, Sardegna: sepolcri ruprestri a forma di utero, uovo o abbozzi antropomorfici, sepolcri a forma di vagina, lunghi corridoi scavati.
Quindi Madre, scendere negli inferi e morire è tornare da te?
Come può la discesa essere così spaventosa? Chi mi ha raccontato questo? Scendo da te ,nuda,nuda di tutto,scendo e vengo a morire e mentre scendo entro e scivolo in una spirale dentro e ancora dentro,ed è in questo movimento contrario a quello degli ultimi mesi che arrivo fino alla notte più lunga.Lascio andare ogni cosa,tutto quello che mi è servito e di cui ora non ho più bisogno,vengo a te nuda come quando sono nata ,nuda e perfetta come tu mi hai fatto,Madre mia
Non c’è dolore, non c’è paura nell’oscurità calda della Terra se sono capace di lasciare andare e finalmente stare, giacere, riposare come la Dea dormiente, la Donna e finalmente sentire che quell’infero è il mio utero stesso, casa mia, il centro del mio potere.
Accolgo la bellezza unica di essere donna e saper morire, averlo sempre saputo, essere Morte e Vita, essere luna piena e luna nuova, mestruare e ovulare ed essere pronta ad insegnarlo agli uomini ai miei figli, attraverso me.