Io mi muovo come una camminatrice, parto sempre da una sperimentazione empirica del luogo. Da sempre, senza leggere nessuna informazione storica archeologica, entro e mi lascio aprire all’esperienza del mio camminare. Ho raggiunto questo luogo incredibile che mi si è aperto arrivando qua in Bolivia. Tiwanacu si trova a circa un’ora di cammino da La Paz e conserva una serie di ritrovamenti (diventati patrimonio dell’Unesco nel 2000) di una società totalmente pre-incaica. I ritrovamenti risalgono all’800 d.C. ma qua è ben avanti. Questo centro cerimoniale è sicuramente molto connesso alla parte più animista e più antica dell’arte delle religioni, ovvero quella della dualità della Pacha Mama e del Pacha Tata, del Sole e della Madre Terra. Qua entrambi esistono ma io ho sentito forte la presenza della Madre, tant’è che il tempio principale, da loro chiamato il Tempio del Sole, è in realtà pieno di canaline per far scorrere l’acqua ovunque.
Quello che mi sta sorprendendo veramente tantissimo è che questo centro è completamente connesso a Teotihuacan. Stamattina prima di raggiungere Tiwanacu ho iniziato a sentire il Messico e quando sono arrivata qua mi sono resa conto che questi due centri cerimoniali sono identici. Hanno una connessione potentissima. I due siti si trovano entrambi in una vallata aperta molto ampia, sono costituiti da queste piazze costruite a strati (probabilmente una sopra l’altra) con altari, contraltari, piramidi o teocalli sempre a gradini. All’interno ci sono delle similitudini incredibili con il mesoamerica, come le maschere o i glifi scolpiti nella pietra di questi luoghi. Teotihuacan è antecedente a tutto quello che è l’ultima civilizzazione messicana e Tiwanacu esisteva già molto prima degli Inca. Qui c’è una Pacha Mama incredibile, di una bellezza unica che non ho potuto fotografare perché è vietato, ma è una cosa straordinaria.
In questo periodo assolutamente antecedente alla nascita di Cristo, che dura fino al I secolo d.C., andiamo a recuperare le origini di una cultura totalmente intatta cogliendone l’essenza dell’energia duale: maschile e femminile, acqua e fuoco, sole e luna, Pacha Mama e Pacha Tata, cielo e terra, ma anche le connessioni con gli animali. Il condor, l’aquila, i pesci, il lama e l’amaru, gli animali di potere dei monti di sotto e quelli dei monti di sopra. Uno specchiamento totale tra il sopra e il sotto, un concetto trasversale a tutte le culture. La meravigliosa libertà di non chiamare niente inferno e paradiso ma semplicemente il sopra e il sotto. Queste costruzioni geometriche che sono portali energetici molto simili a Teotihuacan sono costituite da forme rettangolari che poi richiudono all’interno altre costruzioni a piramide o costruzioni verticali verso l’alto. La cosa incredibile di questo luogo è che non ho ancora trovato nessuna costruzione di forma circolare.
Il rettangolo è ovviamente la parte maschile che delimita tutta l’area, in cima a quest’area c’è un’altra forma di portale. Qui lo chiamano tempio sotterraneo, in realtà è molto probabile che si facessero costruzioni a gradoni e che qua sotto ci sia qualcos’altro. Sulla struttura che costituisce il perimetro del rettangolo sono presenti delle maschere. Anche qua la maschera è della notte dei tempi, la maschera delle sacerdotesse, della cultura, della dea madre e tutte maschere cerimoniali. Alcune sono veramente molto simili se non identiche alle maschere in giada che possiamo trovare nel museo antropologico di Città del Messico.
La cosa molto interessante sono le tre figure stele al centro del rettangolo. Per come mi arriva questo tempio sotterraneo è il tempo della donna perché su una faccia dello stele più alto si vede molto bene Amaru (il serpente) e la kundalini che sale e sopra ci sono altri animali che vanno in trasmutazione verso l’alto. Bellissima è la forma in cui questa figura femminile, una Pacha Mama tutta di ocra rossa, si tiene le mani su due punti creando la connessione cuore-utero, è incredibile. Ci sono poi altri due steli che costituiscono una triade, di cui una riporta assolutamente visibile anche la luna. È meraviglioso questo sito archeologico. Poi queste steli con queste mani rivolte verso il cuore e verso l’utero sono veramente straordinarie.
Questa Chakana rappresenta i tre mondi di sotto e i tre mondi di sopra, quindi il rispecchiamento del sopra e del sotto ma anche le connessioni dall’alto e dal basso che sono semplicemente duali. Non a caso le Chakane sono doppie sia di qua che di là. È completamente identica a tutto quello che è la parte tibetana del buddismo esoterico. Ci sono delle similitudini pazzesche che ogni volta che incontro mi lasciano straordinariamente contenta.
Quello che invece non viene raccontato su questa Pacha Mama è che in realtà i cerchi incisi non sono adorni ma sono conti del tempo. Il tempo veniva contato esattamente allo stesso modo nella mexycanità. Questa Pacha Mama ha la parte bassa e la parte alta con il copricapo rituale e la fascia e quindi porta esattamente tutti quanti gli ornamenti.
Per ultimo la famosa Porta del Sole, quella che tutti quanti stanno guardando come se fosse il dio del Sole in realtà da molti archeologici è stata considerata una donna. Questa donna non ha le caratteristiche del dio del Sole, quindi è molto probabile che ci stata una confusione rispetto a quello che è stato letto. Osservandola è evidentemente una figura femminile che sta piantando ayahuasca, in entrambe le mani tiene la pianta. I nuovi studi propongono questa interpretazione che mi sembra molto più coerente: tutta la parte alta, dove possiamo vedere il piumaggio è una forma aurica. L’aura, la connessione, l’ampiamento della connessione. Ha tutto il suo acuendo, quindi ha la sua fascia, la protezione per l’utero, ha tutti i suoi ornamenti e sia nella mano destra che nella mano sinistra tiene la chakruna, ossia le piante sacre. Così come viene ripetuto in tutte le altre parti è molto probabile che questa non sia affatto una figura maschile e che non rappresenti affatto il dio del Sole, ma che sia una figura femminile collegata alle piante.