Il Rezo per la Nuova Umanità si è da poco concluso e cercare di metterlo in parole non è facile.
Il Rezo è qualcosa che se non si vive fin dal suo nascere non si può comprendere davvero fino in fondo.
Il Rezo è un’attitudine, è una frequenza, è una predisposizione ad agire, muoversi, respirare pregando.
Pregando affinché chi verrà dopo di noi possa trovare i semi che noi abbiamo prima trasformato e poi piantato.
Il Rezo è una preghiera per l’umanità e poi per noi. Il Rezo è lo spazio del cuore che lasciamo dischiudere per fare emergere la nostra luce, la nostra speranza, la nostra felicità, il nostro amore. Il Rezo affonda le radici nella tradizione, in lignaggi antichi e volge lo sguardo al futuro, un futuro che non è il nostro, ma è quello che lasceremo a chi verrà.
I tramandi del Rezo
Sono stati tre giorni ricchi di tramandi: la cerimonia del caffé dall’Eritrea, portata a noi da una famiglia di donne potenti, profonde e ironiche, quell’ironia che sana mentre fa sorridere.
I despachi, le offerte a Madre Terra della tradizione andina e tutta la saggezza e dolcezza di Sofia Qocha Tika che ci ha permesso di connetterci con quella sabiduria di chi con la terra è in contatto da sempre e sempre lo sarà.
E il Rezo del tramando messicano portato da Amanda che ci ha permesso con un atto tanto semplice quanto profondo di capire cosa vogliamo trasmutare e cosa vogliamo seminare per il futuro.
Le persone del Rezo
Il tutto contornato da un luogo custodito da un Guardiano incredibile, una di quelle anime che si incontrano raramente, ma quando accade non puoi che ringraziare la Vita.
E il tutto potenziato dal fuoco, dai canti, dai tamburi, dai balli e dalle persone, dalle anime che sono riuscite a sentire la chiamata e ad esserci perché da soli possiamo fare tanto, ma assieme siamo una potenza.
Ed il nostro Rezo è stato anche e soprattutto sorrisi, abbracci, lacrime, risate, confronti, silenzi, sguardi e pizza!
Grazie. Grazie Isola, Grazie Abuele, Grazie a tutti Noi.